Riflettere perché…

L’altro interrogativo con cui abbiamo aperto il blog è: "c’è a scuola oggi spazio per la riflessione"? E' certo che un dibattito serio, articolato, che faccia riferimento ad una scuola per tutti, veramente democratica è morto da tempo. Ci si confronta a volte sulle urgenze, sulle contingenze, ma mai su un discorso di ampio respiro che ragioni e rifletta su cosa la nostra scuola debba diventare per essere davvero democratica, per essere all’altezza delle nuove sfide che la società ci pone, per contribuire alla costruzione di una società più giusta. Cosa sono diventate le riunioni a scuola, di che cosa si parla, e noi quanto riflettiamo sulla nostra esperienza quotidiana? Proprio da qui siamo partite, dalla necessità della riflessione sul nostro agire quotidiano e vi proponiamo gli spunti che ne sono scaturiti.

Siamo partite da noi, perché per contribuire ad un dibattito serio dobbiamo seriamente pensare a cosa noi facciamo nella quotidianità.

Riflettere perché…
perché non se ne può fare a meno;
perché non ci sono e non ci saranno mai ricette utili e adeguate a tutte le necessità e ad ogni situazione;
perché solo così si può agire con consapevolezza e non in modo reattivo;
per trovare il senso del nostro agire:
per non perdere il senso ogni volta che si presenta una difficoltà o che non ci siano risposte positive;
per non perdere il senso, ma se necessario cambiare il modo di agire;
perché ogni bambino è un mondo da esplorare, conoscere e rispettare:
per verificare se le mie azioni siano state di aiuto e non abbiano fatto danni;
per chiedere scusa se capisco che ho sbagliato;
per esistere come persona pensante e non fare semplicemente quello che altri mi dicono di fare;
per non accettare soluzioni che semplifichino la complessità di ogni vita e di ogni situazione;
per aver consapevolezza del proprio ruolo;
per provare a comprendere e non ad etichettare:
perché nessun ragazzo nasce cattivo, ma può diveltarlo se nessuno lo prende in considerazione, se nessuno legge dietro il suo comportamento non per sanzionarlo, ma per comprendere le motivazioni e i problemi che non sempre trovano parole;
perché non voglio informare nel senso di dare ai miei alunni la mia stessa forma, ma educare;
per tirare fuori da loro le loro potenzialità per vivere da adulti accanto a ragazzi che devono ancora crescere...

E se volete continuate voi...
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