A che livello sei? Qual è il tuo tempo? E il punteggio?

In vista delle valutazioni di fine anno, ci sembra di dover fare una riflessione partendo dalla lettura del libro di Federic Gros, Andare a piedi.
Secondo noi, infatti, in nessun caso la scuola può essere assimilata allo sport. Non vorremmo che le valutazioni fossero solo mere misurazioni di prestazioni e non di percorsi. Infatti, come dice Gros:
"Lo sport è una faccenda di tecniche e di regole, di risultati e di competizione, che richiede un lungo apprendistato: conoscere le posizioni, introiettare i gesti corretti. E poi vengono, molto dopo, l'improvvisazione e il talento.
Lo sport è fatto di risultati: a che livello sei? Qual è il tuo tempo? E il punteggio? E sempre quella separazione fra vincitore e vinto, come in guerra... (…)
Lo sport è anche, ovviamente, senso della resistenza, gusto dello sforzo, disciplina. Etica, impegno.
Ma è altro ancora: attrezzature, riviste, spettacolo, commercio. E prestazione".
Il paragone che più, secondo a noi, si adatta al percorso scolastico è, invece, il camminare. Riprendiamo le parole di Gros:
"Camminare non è uno sport. Mettere un piede davanti all'altro è un gioco da bambini. Nessun risultato, nessun numero quando ci s'incontra: il camminatore dirà quale strada ha preso, quale sentiero offre il miglior panorama, quale vista si gode da quel certo promontorio.
(…) Camminare: non si è trovato niente di meglio per andare più lentamente. Per camminare, occorrono anzitutto due gambe. Il resto è inutile. Volete andare più veloci? In tal caso, non camminate, fate altro: guidate, sciate, volate. Non camminate. E poi, camminando, c'è un solo primato che conta: l'intensità del cielo, lo splendore dei paesaggi. Camminare non è uno sport.
E pur vero che, una volta in piedi, l'uomo non sa star fermo".
Purtroppo la scuola sta assomigliando sempre di più allo sport così come è stato definito prima e si sono persi di vista altri valori.
(…) "Nel camminare, il vero segno della sicurezza è una giusta lentezza. Intendo, con questo, una lentezza del camminatore che non è l'esatto contrario della velocità. In primo luogo, è l'estrema regolarità del passo, la sua uniformità(…)La lentezza è più che altro il contrario della precipitazione".
Gros racconta un episodio capitato durante una sua passeggiata con un amico più vecchio di lui.
In questa camminata avevano incontrato un gruppo di ragazzi che li aveva sorpassati andando di fretta: "Ed è stato allora che, guardandoli passare, Mateo (il suo amico) ha detto:
- Mah, devono proprio aver paura di non arrivare per correre così forte! -
La scuola deve proprio aver paura di non arrivare per voler correre così forte, ma noi insegnanti sappiamo dove stiamo andando e soprattutto cosa stiamo facendo dei nostri ragazzi? 
Scritto da Costanza, Emilia, Maria