DI AMORE E DI SCIENZE



Considerazioni a 2 mani

1. L’apparato riproduttore femminile si trova nell’addome ed è formato dalle ovaie che generano cellule sessuali chiamate ovuli.
L’apparato riproduttore maschile è esterno ed è formato da pene e testicoli che contengono cellule sessuali chiamate spermatozoi.
La gestazione dura 9 mesi e quando il bambino nasce si taglia il cordone ombelicale. Di questo cordone rimane l’ombelico.
Leggo e contemporaneamente disegno nella mente le parole; l’immagine che si forma è quella di due corpi incompleti, mutilati.
Visualizzo un addome, vedo chiaramente un ombelico, nessuna traccia però della vagina. Il corpo maschile assomiglia ai disegni sulle porte dei bagni della stazione o della scuola.
La terza immagine è un bambino attaccato a una corda, un bambino tagliato dopo aver passato nove mesi nel vuoto.
Assenza di sentimenti, impossibile l’identificazione.
La parola “sessuali” mi ricorda qualcosa, frasi dette di nascosto, risatine soffocate, saliva e sudore, schifo. Il termine che la precede “cellule” ne rende possibile la pronuncia in pubblico, la svuota di significati proibiti. Ma anche di senso.
Qualcosa non mi torna. Poi parlo ad un amico, l’amico delle grandi discussioni, dei piccoli segreti e degli intensi litigi, dei confronti educativi e degli scontri quotidiani. L’Amico insomma.
E l’Amico obietta. –Tu parli di scienze, ti preoccupi dei falsi scientifici, degli errori nell’esposizione, della carenza degli studi. Ma ciò che è carente, ciò che manca a scuola è l’amore. Chi parla loro di amore? Chi spiega loro che l’unione dei corpi è atto di piacere ancor prima che di procreazione?-
Già, chi parla loro di amore? O meglio, chi ascolta se hanno loro qualcosa da dire sull’amore? E l’amore è poi sempre piacere? E i bambini nascono dall’amore anche quando quest’ultimo non coincide col sesso?
Basta possedere un apparato riproduttore per amare? Basta riprodursi per amare? Si può riprodurre qualcosa che non si ama? Si può amare qualcuno che non riproduce?
E ancora, si può parlare di apparati- digerente, circolatorio, riproduttore…- isolandoli dalla complessità della persona nel suo insieme?
Evidentemente sì poiché è ciò che avviene normalmente a scuola dove non sono le materie ad aprirsi alla vita ma è la vita a essere suddivisa e incanalata in materie, in concetti, in parole, in apparati.
La scuola dove l’amore troppo spesso diventa questione di cellule e sopravvivenza della specie, isolando e allontanando il sentimento considerato tabù, pericoloso, fuorviante.
Il risultato di questo insegnamento su di me è stato che ho sempre avuto ottimi voti in scienze ma non ho mai imparato ad amare.
Marta


2. “L’apparato riproduttore femminile si trova nell’addome ed è formato dalle ovaie che generano cellule sessuali chiamate ovuli"
Questa, e le frasi più sotto, rappresentano la spiegazione de “L'apparato riproduttivo” per la scuola elementare; quando me lo hanno raccontato o meglio, citato si è scatenata la solita discussione pedagogica sui massimi sistemi: questa scuola che insegna senza spiegare, che propone dogmi senza stimolare la curiosità o la capacità di problematizzare dei bambini, per non parlare del bieco moralismo ammantato di scientificità che in due frasi liquida un tema ricco di complessità come quello del corpo e della riproduzione. Insomma, la prima reazione è stata di far partire il pippone tra professionisti dell'educazione e dar fiato alle trombe.
Adesso che lo leggo, che lo vedo nero su bianco, mi rendo conto che è opera di un genio. Un genio del male, sicuro, ma pur sempre genio. In queste tre frasi che tentano di nascondere un mondo intero l'autore/trice è riuscito/a a non nominare mai La Vagina! Oh dico, non è che si sono dimenticati proprio un dettaglio insignificante......La Vagina. Come fai ad omettere una cosa del genere?! Adesso ricontrollo. “....addome....sessuale....ovaie.....” niente, l'hanno cancellata.
Nemmeno l'inquisizione spagnola avrebbe saputo fare di meglio e con tanta non-chalanche; voglio dire, a parte il fatto che non so se un bambino di 10 anni conosce il significato delle parole usate dal testo, direi che non ci metterà molto a rendersi conto che questa spiegazione è lacunosa. Sì, è vero che i destinatari di questo sapere in pillole sono giovani ma, intendiamoci, le bambine ce l'hanno (l'innominata), la vedono più e più volte al giorno e i maschi, beh, se non sono stati tanto fortunati da vederla, se l'hanno vista e se ne sono dimenticati, ne avranno certamente sentito parlare. E qui sta la genialità del testo: se non ne parli vuol dire che non esiste. Funzionerà sicuramente....le femmine si dimenticheranno di averla e i maschi non sapranno mai che esiste.
Ma, a parte la genialità, chi ha scritto questo testo possiede un'altra qualità rara al giorno d'oggi: il coraggio. E sì, perchè per eliminare in maniera così netta la vagina da una spiegazione scientifica circa la riproduzione ci va coraggio. E ci va anche la faccia come il culo, se mi passate l'espressione.
“L’apparato riproduttore maschile è esterno ed è formato da pene e testicoli che contengono cellule sessuali chiamate spermatozoi.”
Ineccepibile. Una spiegazione chiara, concisa, completa: s-c-i-e-n-t-i-f-i-c-a.
Oh, e non si sono dimenticati nemmeno un pezzo, cioè volevo dire un organo. Adoro la scienza perchè riesce a rendere serio qualunque argomento; tanto per fare un esempio ci tengo a chiarire, per chi non avesse confidenza col lessico scientifico che il testo si riferisce a quella stessa parte anatomica a cui, tra gli 8 e gli 11 anni, io avevo dato un nome..... un Nome di persona! Per me era un amico, capito? Facevamo tutto insieme, dove andavo io andava lui, tipo “il migliore amico dell'uomo”!!
“La gestazione dura 9 mesi e quando il bambino nasce si taglia il cordone ombelicale. Di questo cordone rimane l’ombelico.”
Dopo secoli di ricerche la scienza ha finalmente fatto luce sulle origini dell'ombelico.
Stefano