Bambini che non diventeranno...

...diventato insegnante, seppi d'istinto che era inutile brandire il futuro sotto il naso dei miei allievi peggiori. A ogni giorno la sua pena, e a ogni ora di quella giornata, purché in in essa sia sia pienamente presenti insieme.
E io, da bambino in essa non c'ero. Mi sembrava che lo sguardo verticale del maestro fosse come uno dei raggi venuti giù dai dischi volanti e mi strappasse dalla sedia per scagliarmi istantaneamente altrove. Dove? Esattamente nella sua testa! La testa del maestro! Era il laboratorio del disco volante. Il raggio mi posava lì. E lì veniva misurata tutta la mia nullità, dopodiché ero risputato fuori, con un altro sguardo, come un detrito, e rotolavo in una discarica dove non potevo capire né ciò che mi insegnavano, né peraltro cosa la scuola si aspettasse da me visto che ero ritenuto incapace. Questo verdetto mi offriva le compensazioni della pigrizia: a che pro darsi da fare se le massime autorità reputano che non ci sia niente da fare? (...)


Quell'infanzia non è stata divertente, e ricordarla non lo è di più.
Daniel Pennac - Diario di scuola

Pennac nel suo libro ci parla della sua "Odissea" di studente che andava male a scuola. Non era bravo neanche in francese eppure è diventato scrittore. Questo la dice lunga sull'arroganza con cui bolliamo troppo spesso i nostri allievi ed emettiamo sentenze senza appello. 
Sui giornali leggiamo in questi giorni che dei bambini vengono già bocciati in prima elementare!! Si rimane senza parole. Diamo giudizi su di loro, ma sono giudizi che sottolineano la nostra incapacità di essere insegnanti. 
Per loro decretiamo ciò che Pennac sintetizza molto bene:

Nessun avvenire.
Bambini che non diventeranno.
Bambini che fanno cadere le braccia.
Alle elementari, alle medie, poi al liceo, ci credevo anch'io, vero come l'oro, a questa esistenza senza avvenire.

Quanti bambini si sentono dire fin dal primo giorno questa litania, quanti bambini sono privati del loro diritto alla scuola pur vivendoci dentro tutti i giorni. E certo alla fine c'è chi non trova altro che invitarli a "togliere il disturbo"
Popper diceva:
Molti insegnanti vengono fatti prigionieri dalla scuola, vi stanno dentro da infelici e non possono più uscirne...a queste persone bisogna costruire ponti d’oro, perché se ne possano andare.  Al loro posto verranno giovani che, in parte, sono insegnanti nati.Il principio che noi non dobbiamo danneggiare soprattutto coloro che ci sono stati affidati, dovrebbe essere nell’educazione tanto fondamentale quanto in medicina. 
La scuola dovrebbe porsi l'obiettivo minimo che ogni bambino non si sentisse mai come si è sentito Pennac e che per ognuno di loro si lavorasse per aiutarli a diventare "qualcuno".
Dobbiamo vigilare per questo loro diritto. Ogni bambino che entra a scuola deve sentirsi rispettato per quello che è e deve sentire che il suo "maestro" è lì per aiutarlo a crescere e maturare, ad apprendere secondo le sue capacità e le sue potenzialità, ad aprirlo alla speranza e a credere nel proprio futuro.
Questo è il più grande premio che gli possiamo dare, questo ci chiedono e vogliono da noi.