Il senso della possibilità


"Chi voglia varcare senza inconvenienti una porta aperta deve tener presente il fatto che gli stipiti sono duri: questa massima alla quale il vecchio professore si era sempre attenuto è semplicemente un postulato del senso della realtà. Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità.

Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è
R. Musil, L'uomo senza qualità
Del resto solo gli uomini sanno che esiste un futuro, sanno dire “accadrà, succederà”. E sanno far uso del congiuntivo e del condizionale modi verbali con cui si aprono alle ipotesi, ai progetti, all'immaginazione:
"I “farò”, i “sarò” e i “se” – dice George Steiner - nel loro gravitare in campi intricati di forza semantica intorno ad un centro o un nucleo nascosto di potenzialità, sono le password verso la speranza”.
Ma l'uso del congiuntivo insieme al condizionale sembra voler scomparire dalla lingua italiana. C'è una certa insofferenza verso di loro. Con la loro scomparsa si rinuncerebbe alla prerogativa dell’homo sapiens rispetto agli altri animali che solo "dispone di mezzi per modificare il proprio mondo attraverso le subordinate ipotetiche sottraendosi così all'ineluttabilità dei fatti”.
Solo così la nostra mente si apre all’immaginazione e alla creatività. Solo così come insegnanti possiamo pensare che "qualcosa sia sempre possibile fare", che è possibile il cambiamento, che a tutti i ragazzi dobbiamo donare la speranza in un futuro che è ancora da costruire e che non è ostaggio di pensieri cristallizzati perché troppo aderenti ad un senso della realtà che impedisce la immaginazione e la creatività. Solo così saremo "Maestri che aprono alla possibilità" come dice in questo post Marìa Zambrano.
La creatività appartiene al fatto di essere vivi” e "ha origine da un’inquietudine, da un interrogativo, dal bisogno di un qualcos’altro e di un altrove capace di generare quello che ancora non esiste".
Donald Winnicott