Il lavoro più bello del mondo...


Da un'amica di facebook leggiamo e volentieri pubblichiamo:


"Sono una persona fortunata, in fondo… faccio il lavoro più bello del mondo, ossia il lavoro che mi piace… io sono una maestra di scuola primaria. Di sostegno, per la precisione. Per scelta, non per ripiego.
Mi basta mettere piede dentro la scuola per non preoccuparmi più del fatto che sono un’insegnante precaria, ma di quelle fortunate perché sono inserita nella graduatoria ad esaurimento della mia provincia e, quindi, prima o poi, avrò un incarico a tempo indeterminato (… presumibilmente fra 6-8 anni, di questo passo, ma non importa, perché ho la certezza di lavorare tutti gli anni…).

Mi piace insegnare, mi piace vivere la relazione con i bambini, con i miei piccoli alunni disabili e con i loro compagni di classe. Mi piace lo scambio con i miei colleghi. Mi piace creare un rapporto con i genitori… è il MIO lavoro, perché io sono fatta così, sono fatta per queste cose. Ci sono nata.
E, sinceramente, non mi lamento dei 1250 euro di stipendio che percepisco, soprattutto in questi anni, dove molti non hanno più nemmeno un lavoro dignitoso e uno stipendio dignitoso.
Ma, mentre ministri, politici, assessori regionali vanno raccontando in giro favole su e-book per ogni studente, di lavagne multimediali in ogni classe, di scuola digitalizzata, io VOGLIO GRIDARE che lavoro esattamente da due mesi senza aver visto ancora un euro del mio stipendio.
E voglio che lo si sappia.
Voglio che si sappia che il mio contratto è perso nell’etere della burocrazia digitale. Che non posso parlare faccia a faccia con nessuno che abbia la minima idea di quanto devo ancora aspettare. Che l’impiegato della Ragioneria Provinciale del Tesoro con cui ho parlato al telefono (quando mi hanno risposto) mi ha trattata come se stessi chiedendo un favore e come se fosse colpa mia e non mi ha fornito nessuna informazione utile. Voglio che si sappia che non posso che aspettare in silenzio, chiedendo alle persone vicine di “darmi una mano”, cioè di anticiparmi i soldi per l’affitto e le bollette. Voglio che si sappia che mi sento umiliata e impotente e che sono arrabbiata, perché io lavoro per lo Stato, a favore dello Stato Italiano e non mi viene nemmeno riconosciuto il diritto di essere pagata nei tempi previsti.
…Voglio che si sappia…
Perché sono convinta che l’istruzione sia un diritto fondamentale di ogni cittadino, anche e soprattutto dei più piccoli, ma è un mio diritto essere retribuita per il lavoro che faccio e non dover chiedere l’elemosina semplicemente per andare a fare la spesa dopo aver lavorato due mesi…
Livia Pedretti