Fiduciosa attesa

Ogni incontro dei gruppi di auto-mutuo aiuto, così come ogni raduno conviviale, ogni chiacchierata tra noi genitori incrocia il tema della scuola. Scuola vista troppo spesso come un ring, o come mare agitato che provoca frequenti naufragi, dopo i quali ogni volta occorre ricominciare; scuola vista come presenza ineludibile ed inquietante, il monolite del film “2001:Odissea nello spazio”: qualcosa che condiziona il tuo presente e senti che può pregiudicare il tuo futuro.

Scuola che ti chiede il conto, scuola che non ti fa sconti; scuola a cui senti di dover spiegare, ma le spiegazioni assumono un tono implorante. Posizione particolarmente complessa quella dei genitori: noi siamo adulti come le insegnanti (a volte coetanee, a volte amiche o vicine di casa…), ma siamo smarriti come i nostri figli,  e spesso la nostra passata esperienza scolastica va ad intrecciarsi e a determinare quella dei nostri ragazzi.  A volte sarebbe più comodo scappare dal confronto, dall’implacabilità che certi parametri  cosiddetti quantitativi – di cui la scuola degli ultimi tempi si nutre – esercitano nei nostri confronti; ma fuggire non si può… non solo, non si deve.
Perché la scuola è un esercizio di convivenza, una palestra di allenamento, una niente affatto virtuale simulazione di ciò che aspetta i ragazzi “là fuori”, all’uscita della tana familiare. La scuola è la vita. Ai nostri figli non basta il solo nostro amore.  Se vogliamo che i cuccioli crescano e non rimangano progetti incompiuti, dobbiamo consegnarli alla scuola con un sorriso di fiduciosa attesa.
Fiduciosa attesa: eccoci arrivati al punto.
Abbiamo bisogno di guadagnare la fiducia, di averla ma al tempo stesso riuscire a darla; il concetto di fiducia richiama quello di conoscenza, quindi di dialogo e ascolto; questi ultimi non sono autentici se non c’è riconoscimento di pari dignità tra chi si mette in relazione; e la dignità fa venire in mente i diritti e i doveri, e la libertà, e la responsabilità, la padronanza di sé.
Diciamo grazie alla Scuola, che ci obbliga a fare un po’ di chiarezza dentro di noi: ci aiuta a comprendere ciò che veramente desideriamo trasmettere ai nostri figli; tra tanti stimoli futili, tra mille vite possibili, ci sta a cuore che essi arrivino ad essere liberi e padroni di sé, e che i loro occhi siano capaci di guardare l’altro da sé.
Nel nostro percorso, allora, è nata l’idea di un Convegno; non una Conferenza, né una serie di lezioni magistrali, né una Tavola Rotonda di esperti; bensì un “con-venire”, un essere insieme tra persone interessate a qualcosa che le riguarda: perché, infatti, “la scuola ci riguarda tutti”.
Sezione anfaa di Reggio Emilia