La magia del racconto

Da Gli imperdonabili di Cristina Campo
"Qualcuno avrà notato con quale ipnotica lentezza battano le ciglia di un bambino che ascolta un vecchio rievocare; come le labbra si schiudano febbrili, la saliva passi lenta attraverso la gola. Non è di ilarità la sua espressione, mentre tutto il corpo si stringe contro le antiche ginocchia. C'è in lui la tensione immobile degli animali in muda, degli insetti in metamorfosi; è forse simile agli usignoli in pieno canto che si dice hanno una forte temperatura e il fragile piumaggio tutto arruffato. Egli sta crescendo, in quegli attimi; sta bevendo con voluttà e tremore alla fontana della memoria; l'acqua fulgida e cupa da cui ha vita la percezione sottile."
E' un'atmosfera magica quella che si crea tra un bambino e, per esempio, il suo nonno o la sua nonna, quando questi raccontano della loro infanzia, quasi fossero trasportati in un mondo lontano nel tempo. Un viaggio che fanno in braccio ai loro vecchi, a chi rappresenta il "prima" della loro storia.
Teresa si sente proprio così quando è con mia mamma, la sua bisnonna! Tra loro c'è come una tacita intesa. Appena entra nella sua casa le corre in braccio e le dice: "Racconta"...
E mia mamma comincia a parlare.

Ha sempre fatto così anche con me. Mi viene in braccio, mi prende la mano e mi chiede: "Dimmi zia, com’eri  quando eri piccola? A cosa giocavi? Ti piaceva correre come piace a me?". "Certo" le rispondo. Ma lei vuole sapere di più e le domande si susseguono ogni qualvolta cesso di parlare.
Io auguro a tutti i bambini che possano ancora godere di questa atmosfera di intimità, di continuità e cambiamento nello stesso tempo che lega chi è più vecchio a chi è più piccolo. Auguro a tutti i bambini che abbiano qualcuno a cui domandare e che ci sia la pazienza necessaria ed il tempo per rispondere.
Spero che non si sia persa neanche a scuola la voglia di raccontare, perché il racconto sa creare quell’atmosfera che apre all’ascolto e alla curiosità. Curiosità per l’altro, per luoghi sconosciuti e lontani, per chi è diversa da me. Spero che la fretta non spazzi via il tempo  lento del narrare.

Questo è l'augurio che faccio a tutti: che ritroviamo tutti spazi per raccontare e raccontarci, che apriamo la nostra mente e il nostro cuore all'ascolto: senza questo non c'è relazione possibile.