Al convegno vieni anche tu: la scuola riguarda anche te

La parola Democrazia, quando è nata, era una parola ricca di promesse. Sembrava “contenere tutto ciò che di buono, di giusto e di bello ci si può attendere dalla politica”. Ma nella pratica abbiamo visto purtroppo crescere una frustrazione continua. La democrazia, per riprendere un'espressione di Norberto Bobbio, appare a molti oggi come il regime delle «promesse non mantenute». E ugualmente ci appare una promessa non mantenuta quella di una scuola per tutti. C’è disagio tra gli insegnanti, tra i genitori, tra i ragazzi. E avanza la tentazione di tornare “indietro” (ma dove e come?).
Eppure il binomio scuola-democrazia non può e non deve essere messo in discussione. La democrazia e i suoi principi dovrebbero essere alla base della nostra pedagogia e di conseguenza della nostra didattica.
La Costituzione parla chiaro a questo riguardo. I suoi obiettivi erano e sono l’abbattimento delle barriere sociali, l’offerta di pari opportunità e un avanzamento culturale generale.
Purtroppo questo processo di democratizzazione della scuola oggi sta subendo una pesante battuta di arresto.
Non solo per i disastri della Riforma Gelmini, ma anche per la mancanza di un pensiero, di un confronto serio e articolato su come questa importante istituzione deve essere. C’è molto disorientamento e pressapochismo, ma soprattutto una scarsa attenzione ai ragazzi, in particolare ai ragazzi più deboli a cui solo la scuola potrebbe offrire quelle opportunità di cui parla la nostra Costituzione oggi così bistrattata.

Zagrebelsky Pone una domanda importante: "se si possa, cioè, insegnare non la democrazia ma l’adesione alla democrazia: se si possa insegnare non che cosa è la democrazia ma ad essere democratici, cioè ad assumere nella propria condotta la democrazia come ideale, come virtù da onorare e tradurre in pratica. Più in generale e in breve, si tratta di sapere se gli ideali, le virtù, e in particolare la virtù politica, si possano insegnare oppure no”.

Questo ci sembra uno dei temi centrali da affrontare: dovremmo lavorare per una scuola che faccia dei principi della democrazia, la propria pedagogia. La democrazia “richiede una pedagogia democratica. Oggi si possono mettere insieme queste due parole, - dice Zagrebelsky . - quasi intendendole come due lati della stessa realtà. Solo oggi, sebbene l’insegnamento dell’educazione civica risalga nel tempo, si è avvertita l’esigenza di una formazione democratica dei cittadini nelle scuole”.

E formazione democratica vuol dire studiare i principi fondanti della democrazia, ma imparare anche a metterla in pratica a farla vivere nel nostro agire quotidiano. Formazione democratica vuol dire imparare giorno dopo giorno l’arte della convivenza, del dialogo, dell’ascolto rispettoso e attento. E siamo noi adulti che per primi dobbiamo dare l’esempio senza mai dare nulla per scontato. Siamo noi adulti che dobbiamo saper trasmettere come si applica questo sapere alla pratica, alla vita quotidiana.
La democrazia è fragile ed ha bisogno di cittadini democratici che la sostengano, che diventino militanti appassionati. Per questo noi sosteniamo che “La scuola ci riguarda tutti”, perché dalla scuola passano tutti. Ci sembra che non ci sia un pensiero collettivo, che si rifletta troppo poco e si cerchino “ricette” che non esistono e non possono esistere data la complessità del mondo della scuola. Ci sembra soprattutto che la scuola non venga più vista come bene comune da costruire insieme per tutti. Tutti siamo consapevoli della crisi in cui versa questa importante istituzione, ma si è portati più a scaricare l’uno sull’altro le responsabilità, piuttosto che mettersi in modo dialettico al lavoro con spirito di ricerca e grande senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni.
La nostra Costituzione come espressione tangibile della democrazia sancisce diritti inequivocabili a tutti i bambini. Abbiamo il dovere di garantire che questi diritti, non rimangano bei principi sulla carta, ma che diventino realtà. Per questo lanciamo un appello a tutti coloro che hanno a cuore questi diritti, e che si battono perché vengano tutelati e realizzati.
Dobbiamo essere promotori di militanza, diventare sentinelle dei diritti là dove ognuno di noi è. Troppe volte giriamo gli occhi da un’altra parte.

A questo deve servire la democrazia, “permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità” dice Calamandrei “Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. È l'art. 34, in cui è detto: "La scuola è aperta a tutti”. E per tutti intendiamo non solo i capaci e meritevoli, ma anche quelli che attraversano un’infanzia difficile.

Per questo ringraziamo l’Anfaa che si è fatta promotore di un convegno e di lanciare l’appello ad altre importanti associazioni che hanno aderito a questa iniziativa per esempio il gruppo Abele, il comitato per l’integrazione scolastica, l’ASAI). Un appello che riguarda non solo gli addetti ai lavori ma tutti noi come cittadini.

Per questo vi invitiamo tutti a Reggio Emilia il 10 marzo 2012 ore 8,45-16,30
Università di Modena e Reggio Emilia (Viale Allegri, Reggio Emilia)
La partecipazione è gratuita, ma è indispensabile telefonare (ore 9 - 12) o inviare una e-mail alla Segreteria per la prenotazione.
Questo blog è nato proprio perché il Convegno cresca con l’apporto del maggior numero di voci.
Segreteria organizzativa:
Anfaa, via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011/812.23.27, e-mail: segreteria@anfaa.it