Scuola alla deriva. Proposte ai naviganti

La scuola pubblica? Una nave alla deriva, in balia dei venti. L'ultima sferzata la dà in questi giorni il silenzio del Ministero sui fondi per il comodato gratuito dei libri da destinare agli studenti indigenti della scuola dell'obbligo. I soldi non arrivano, né trovano risposta le richieste delle Regioni e dei Comuni sull'argomento. Nel solo capoluogo piemontese sono 12 mila i nuclei familiari che contano su questo contributo: "Quello del Governo è un comportamento sadico - ha commentato l'assessore alle Risorse educative del comune di Torino, intervistata dal quotidiano La Repubblica - siamo ad ottobre e non sappiamo dire quando arriveranno questi quattrini". Quando la nave sta affondando, che si fa? Qualcuno aspetta rinforzi guardando la nebbia all'orizzonte. Qualcun altro si organizza. Reggio Calabria, ad esempio, a suo rischio e pericolo, ha stipulato un protocollo d'intesa con le agenzie librarie e le librerie, al fine di garantire la regolare e tempestiva distribuzione dei libri per l'anno scolastico 2011-2012. Gli stessi fornitori che soddisfano le richieste pervenute e la consegna dei testi alle famiglie beneficiarie, possono emettere regolare fattura che il Comune provvederà a liquidare subito dopo l'accreditamento delle somme da parte del Ministero. Anche altre Regioni inventano soluzioni per non affondare: la Toscana integra i fondi statali per aumentare in modo significativo le risorse per 2.000 studenti. La provincia di Prato stanzia 20 mila euro per offrire a più di 150 ragazzi l'opportunità di studiare su libri nuovi, avendone la massima cura, e restituendoli una volta finita la scuola. Insomma, oggi bisogna avere delle belle idee per tenere in piedi ciò in cui crediamo: il diritto all'istruzione per tutti. E allora permettetemi di riportare alla luce una domanda che ha più di quarant'anni e ha suggerito scelte che ancora oggi sono innovative: signori del Ministero, egregi Dirigenti e Insegnanti di ogni ordine e grado, siete davvero convinti che si debba continuare a mettere in atto la formula di un unico libro di testo in 25-30 copie uguali per classe, sui quali gli allievi devono imparare la medesima lezione scritta da una sola fonte di sapere? La conoscenza non si basa sul confronto di concetti tratti da fonti diverse che, intrecciati all'esperienza personale, interrogano la mente e la costringono ad una sintesi complessa che tiene conto di tanti punti di vista? Oppure - ma qualcuno lo dichiari pubblicamente - la scuola è finalizzata ad avere un solo unico pensiero: l'altro ieri fascista, ieri liberal-confuso, oggi al servizio della "dittatura economica"? Sulla nave che affonda ci sono esperienze diversissime: insegnanti che in questi giorni di inizio anno scolastico dicono ai ragazzi: "inizieremo a lavorare quando tutti avranno il libro, sennò perdiamo tempo" e altri (per fortuna ce ne sono altri!) che si oppongono a questa modalità e attuano una sperimentazione (prevista dall'articolo 6 del DPR 275/99 citato nell'articolo 156 del DLGS 297/94), la scelta alternativa ai libri di testo, ovvero l'acquisto di testi disparati, narrativi, manuali, sussidi audiovisivi, ecc. (il cui costo complessivo deve essere equivalente alla somma delle cedole librarie - per la scuola primaria - e non può eccedere il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria per ciascun anno di corso della secondaria di primo grado). È chiara la differenza. In queste classi si crea una biblioteca che dà la possibilità agli studenti di approfondire letture diverse sullo stesso argomento; i ragazzi non sono vincolati a ripetere il contenuto di una pagina specifica, ma invitati al pensiero critico, perché possono confrontare vari punti di vista, raccolti su testi differenti. Nel caso specifico della mancanza dei fondi per il comodato gratuito, mentre si scatena la protesta (giusta!) delle Associazioni genitori e l'indignazione dei Comuni nei confronti del Ministero, gli allievi delle classi "sperimentali" non perdono tempo, perché a scuola la curiosità è già stata stimolata e la biblioteca è già a disposizione (se non con i nuovi acquisti, almeno con i libri degli anni precedenti, anche se in un'edizione vecchia. Gli spazi per fare questa scelta ci sono, ma bisogna essere dinamici: le scuole devono fare una delibera che preceda la proposta di adozione, anche nella stessa seduta del Consiglio di Interclasse, e sia approvata dal Collegio dei docenti prima della delibera dell'adozione dei libri di testo. Certo, è una fatica. La "resistenza" non è mai una strada facile. Quanti anni sono passati da quando don Milani si adirava per le medesime cose e metteva in atto alternative secondo un'idea chiara di Scuola che aveva in testa? E la nostra idea di Scuola qual è? Ecco il punto. Come affronta il mare battuto dai venti una nave senza una rotta precisa.
Grazia Liprandi
Articolo pubblicato su www.gruppoabele.org nella rubrica "Gli Analfabeti"